Delio Rossi: "Se non sono a Foggia è perché qualcuno non mi ha voluto" - I AM CALCIO ITALIA

Delio Rossi: "Se non sono a Foggia è perché qualcuno non mi ha voluto"

L'intervista di Delio Rossi al CdS
L'intervista di Delio Rossi al CdS
FoggiaSerie B

Oggi è il giorno dell'ufficialità di Pasquale Padalino come nuovo allenatore del Foggia. L'ex Lecce e Matera è pronto a firmare un contratto di sei mesi alla guida dei satanelli. Prima di lui però, la società rossonera aveva contattato Delio Rossi. Era lui la prima scelta per sostituire l'esonerato Gianluca Grassadonia.

Sembrava ormai ad un passo mercoledì mattina, ma all'improvviso la trattativa saltò del tutto. I motivi? Li racconta lo stesso Rossi quest'oggi in un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport:

"Martedì scorso mi ha chiamato Nember, mi ha detto che voleva fare una chiacchierata e ho accettato. Dopo un paio d’ore mi ha telefonato la proprietà dicendomi che gli avrebbe fatto piacere incontrarsi a Foggia. Allorché ho preso la macchina e sono sceso da Roma. Abbiamo parlato e mi hanno chiesto se me la sentivo di accettare. Poi per definire la trattativa e parlare di questioni tecniche riguardanti la squadra mi hanno mandato a cena con il direttore sportivo. Questioni economiche? Nel momento stesso in cui decido mettermi a sedere e a parlare con il Foggia è perché voglio mettermi a disposizione: l’ultimo problema sono i soldi, altrimenti avrei declinato a priori. Impossibile pensare che l’accordo sia saltato per questioni economiche". 

Allora perché la trattativa è saltata?

"Questo non lo so, avranno fatto  altre valutazioni o altre scelte. Se non sono sulla panchina del Foggia è perché qualcuno non mi ci ha voluto, non certo per colpa mia. Io avevo proposto di firmare solo per 6 mesi, senza opzione. Pensavo di essere io il profilo di tecnico che cercavano. Nember mi avrebbe dovuto far sapere dopo aver aggiornato la proprietà, cosa che non è accaduta. Sono ritornato a Roma. Poi giovedì ho inviato alla società il mio in bocca al lupo per la partita, sabato ci siamo risentiti e abbiamo ripercorso l’intera vicenda. Allenare il Foggia per me voleva dire tornare a casa. Quando mi hanno chiamato non potevo dire di no. Ho allenato tante squadre, ma tifo solo per il Foggia. Una città che mi ha visto crescere come professionista, come uomo. Lì ho conosciuto mia moglie e sono nati i miei figli. Mi dispiace non allenare i rossoneri, ma i miei sentimenti non sono cambiati. A Foggia senti la passione trascinante e il grande attaccamento, il calcio lì è tutto. Ed è un bellissimo biglietto da visita. A volte si può esagerare, ma la passione manda avanti il mondo".

E su Padalino?

"Lo conosco, è una persona seria, meritevole e sono convinto che farà un ottimo lavoro. Gli faccio i miei migliori auguri. Poi, è foggiano e avrà tante motivazioni".

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Francesco Beccia

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