L'avv. Pisani contro Netflix: "Fornita immagine errata degli ultras"

La piattaforma streming Netflix sta programmando, in questi giorni, il film "Ultras". La pellicola, per la regia di Francesco Lettieri, racconta di un tifoso di calcio ormai avanti con l'età che fa i conti con il proprio passato "mentre aspira ad un futuro migliore per sé e per un giovane seguace", come riportato nella trama dalla stessa piattaforma.
La realtà dei fatti è un po' diversa secondo l'avvocato Angelo Pisani, difensore della famiglia di Ciro Esposito nel processo che ha visto la condanna di Daniele De Santis a 16 anni di reclusione per l'omicidio del giovane tifoso del Napoli avvenuto a Roma il 3 maggio 2014 in occasione degli scontri che precedettero la finale di Coppa Italia che vedeva i partenopei opposti alla Fiorentina. Queste le parole del legale napoletano:
"Il film, così come è strutturato, non racconta affatto il mondo Ultras. E' vero, ci sono frange estreme, ma sono una minima parte di un universo fatto solo di sane passioni e tanto amore per i colori della propria squadra e della propria città. Fare di tutta l'erba un fascio è sempre sbagliato. E' come se dicessi che a causa di un magistrato corrotto o di un avvocato corrotto le intere istituzioni della magistratura o della avvocatura lo siano in toto".
"Inoltre", prosegue l'avvocato Pisani, "l'omicidio di Ciro non rientra in un episodio che coinvolge gruppi ultras. Il ragazzo stava semplicemente andando a vedere una partita di calcio ed è stato vittima di un agguato criminale così come stabilito anche dalla sentenza di Cassazione. E' una vicenda che con il tifo vero e proprio non ha nulla a che fare".
Quanti danni può fare un film come "Ultras" al mondo del calcio?
"E' un po' il cosiddetto "stile Gomorra": si è provato di nuovo a fare marketing del "male". Così come in Gomorra si esaltavano le gesta dei criminali a scapito degli "eroi buoi" come forze dell'ordine, parroci e uomini che hanno speso la vita per combattere situazioni di criminalità diffusa, così in Ultras si pone l'accento sul tifo violento non menzionando tutte le iniziative positive che i tifosi mettono in atto. Credo che del calcio, specie in questo momento, si dovrebbe esaltare il lato positivo isolando, come un virus, le parti "malate" non permettendone la proliferazione".
Una domanda "off-topic". Quali pensa saranno gli effetti del coronavirus sul calcio?
"Credo ci sia stato un calcio ante-coronavirus e ce ne sarà uno post-coronavirus. Come tutti gli aspetti della vita quotidiana, anche il calcio dovrà essere ricostruito dopo questa "guerra". La speranza è che possa essere ricostruito partendo da quanto di buono fatto fino ad ora e cercando di correggere gli errori, anche gravi, fatti negli ultimi anni".