Il calcio giovanile a Ginosa: intervista a Vincenzo Pizzulli

Vincenzo Pizzulli, allenatore Juniores Ginosa, intervistato da IAmCalcio Taranto ha affrontato un tema delicato riguardante il calcio dilettantistico e giovanile, nel territorio. Il giovane allenatore - come ha sottolineato nel corso della sua analisi - ha iniziato a riempire in maniera efficace il suo bagaglio già dall'età di 23 anni, nelle vesti di collaboratore tecnico. Mister Pizzulli, grazie ai suoi numerosi trascorsi ha arricchito la propria metodologia calcistica, pressando molto sull'aspetto psicologico dei ragazzi che assaporano l'esperienza della prima squadra. Il personalissimo curriculum di coach Pizzulli racchiude una breve esperienza con gli Allievi Atlantyc Laterza nell'anno 2011-12, l’anno successivo come vice allenatore della Gioventù Laterza in seconda categoria, cinque anni con il Parma Club Ginosa nel settore giovanile, una stagione nel Pomarico Juniores e successivamente vice in promozione. Attualmente è nel Ginosa da due anni. Nel primo anno con il club bianco azzurro si è occupato della Juniores e in questo seconda parte, oltre ad avere un ruolo primario con i ragazzi, è vice allenatore del mister Antonio Pizzulli.
Mister Pizzulli, ci parli della tua ricca esperienza a stretto contatto con i ragazzi. Quali sono gli aspetti principali che consideri per la loro crescita sportiva?
"Il calcio è una passione che con il tempo ho coltivato. Ho avuto la fortuna di praticarlo nel mio paese, dopo alcune esperienze in località limitrofe, che senza ombra di dubbio, mi hanno forgiato e credo arricchito il mio piccolo bagaglio di esperienze. Negli ultimi due anni con il Ginosa, sono stato a stretto contatto con i ragazzi del posto. Proprio per questo motivo, l'orgoglio è stato tanto e la responsabilità raddoppiata. Fin dall'inizio della mia carriera da allenatore ho cercato la via del miglioramento per poter aiutare, di conseguenza, la crescita e la valorizzazione dei giovani calciatori. La metodologia adottata è il più delle volte, semplice ed efficace. In ogni allenamento cerco di abbracciare diversi aspetti: dalla tecnica alla tattica, dal collettivo all'individuale. Tuttavia, ritengo importante aggiungere sempre un pizzico di divertimento alla tanta teoria. Quest'ultimo aspetto, credo che non guasti per stimolare il ragazzo. Senza stimoli è tutto molto complicato".
Quando metti in pratica la metodologia con i ragazzi, hai un modello da seguire, una tua guida che ti aiuta a trasmettere gli aspetti psicologici e tattici?
"La componente psicologica è fondamentale nel calcio, soprattutto se consideriamo il rapporto tra allenatore e giovane calciatore. Leggere, per così dire, la mente del ragazzo significa comprendere i suoi bisogni. Per far questo, nel migliore dei modi, si necessita di una buona dose di sincerità nei confronti del ragazzo. Creare un gruppo positivo è sempre buona cosa, per respirare calcio nel migliore dei modi. Direi che la mia guida principale sono i ragazzi. Il mio modello è il gruppo che tende a creare quel legame positivo, perché solo grazie a queste dinamiche, un tecnico ha l’opportunità di crescere. Nei miei trascorsi, evidenzio il fatto che i diversi allenatori della prima squadra mi hanno dato sempre tanto. Da ogni allenatore ho rubacchiato in senso positivo, il loro modo di gestire e trasmettere le idee di gioco. Un altro aspetto determinante è il dialogo. Con i ragazzi della prima squadra è abbastanza costruttivo, ragion per cui lo ritengo fondamentale per i giovani calciatori che arrivano in prima”.
Quale è stata l’esperienza più bella ed emozionante che ricordi?
“Devo riconoscere che tutte le esperienze avute sono state costruttive e belle da vivere. Se dovessi fare una selezione molto restrittiva, scelgo Ginosa. Quella con il mio paese è senza dubbio quella che vivo intensamente. Il match più emozionante ha una data: 25 gennaio campionato Juniores, Ginosa contro Massafra. Venivamo da una sconfitta in trasferta a Palagiano. Quel giorno abbiamo avuto una reazione fantastica, vincendo una sfida tosta sulla carta, per due reti a uno. Inoltre, a fare da cornice in quella splendida atmosfera è stato il modo di festeggiare il mio compleanno del giorno prima: con i ragazzi dopo una vittoria. Non nego che mi emozionai per quel mix tra calcio e vita”.
Per concludere: come vivete l’emergenza per la pandemia di COVID-19, in ambito sportivo?
“Dal 7 marzo siamo totalmente bloccati. Non possiamo usufruire delle strutture sportive sia pubbliche come lo stadio che private come le palestre. Risulta essere un momento difficile. La fortuna è tutta nel nostro prof che ha stabilito un piano di allenamento individuale per tutti. Speriamo di ricominciare dopo l’estate”.